Tupolev Tu-22M

(da it.wikipedia)
Notizie: Il Tupolev Tu-22M (nome in codice NATO Backfire[3]) è un bombardiere bimotore a getto progettato dall'OKB 156 diretto da Andrej Nikolaevic Tupolev e sviluppato in Unione Sovietica nella seconda parte degli anni sessanta. Ultimo bombardiere sviluppato in URSS durante la guerra fredda, è caratterizzato da una velocità di crociera sostenuta e dalla possibilità di trasportare un elevato carico bellico, ed in grado di effettuare attacchi (con armi convenzionali o nucleari) contro obiettivi terrestri o navali. Può essere utilizzato anche in missioni di ricognizione. Il Tu-22M è stato definito da una rivista italiana di aeronautica come uno degli aerei più belli mai realizzati. Sostanzialmente, questa macchina non ha un vero e proprio equivalente tra i modelli occidentali: infatti, ha un ruolo paragonabile a quello che avevano i B-58 Hustler ed i Mirage IV, ma è concettualmente e tecnologicamente molto più moderno. In occidente l'aereo venne inizialmente designato Tu-26. Lo sviluppo di questo aereo iniziò nel 1964, quando l'ingegner D. Markov ebbe l'incarico di avviare la progettazione preliminare di un sostituto del bombardiere medio supersonico Tu-22 Blinder, che non era risultato soddisfacente. Il nuovo aereo avrebbe dovuto essere caratterizzato da prestazioni decisamente più elevate, per ottenere le quali era previsto il ricorso ad ali a geometria variabile e motori più potenti. Tuttavia, il progetto preliminare del nuovo velivolo (noto con la sigla interna di 106) non possedeva le caratteristiche richieste, e quindi, l'OKB Tupolev fu costretto a rivederlo. Il risultato fu il progetto 125: il nuovo aereo avrebbe dovuto montare motori VK-6, in grado di spingere alla velocità di 2.500 km/h e con un'autonomia nell'ordine dei 4.500 km. Per raggiungere prestazioni simili, era previsto il ricorso, per la costruzione, di leghe di titanio. Il progetto 125 fu effettivamente esaminato dagli esperti del governo sovietico, ma gli fu preferito il Sukhoi T-4, dalle prestazioni decisamente più elevate. La Tupolev, tuttavia, decise di realizzare una propria risposta al modello Sukhoi, ed iniziò a lavorare al progetto 145: questo, in pratica, era un'ampia riprogettazione del precedente Tu-22 Blinder. Questo progetto venne autorizzato dal governo nel 1967, dopo che si decise di interrompere il programma relativo al T-4. I requisiti che la nuova macchina avrebbe dovuto soddisfare erano una velocità di 2.300 km/h ed un'autonomia di 7.000 km senza rifornimento in volo. Il prototipo volò per la prima volta il 30 agosto 1969. Il Tu-22M, presso la Tupolev, aveva la designazione interna di progetto 145 o Tu-145, ed in seguito venne anche chiamato AM. La lettera M, nel nome di un aereo, sta per Modifikatsirovanny, modificato, ed in Unione Sovietica (così come in Russia oggi) stava ad indicare una versione migliorata di un certo velivolo. Tuttavia, il Tu-22M, considerando le sue prestazioni ed il suo aspetto, può essere considerato un aereo completamente nuovo rispetto al Blinder, più che una sua versione riprogettata. Secondo alcune fonti, l’aereo stava per ricevere il nome di Tu-26. Non è chiaro il motivo che spinse la Tupolev a rinunciare a questa denominazione a favore dell’altra. Le spiegazioni che vengono comunemente date sono di due tipi. Depistaggio nei confronti della NATO. Secondo alcuni, la designazione Tu-22M era stata utilizzata per dare l’impressione che si trattasse di una variante del Tu-22, e quindi per indurre gli occidentali a sottovalutare le reali capacità del nuovo aereo. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, tuttavia, in sede di discussione per il trattato SALT II (dove i sovietici utilizzarono per la prima volta la nuova denominazione), adottò ufficialmente il nome. Motivi economici interni. Secondo alcune fonti, il motivo che aveva spinto la Tupolev a rinunciare al nome Tu-26 a favore di Tu-22M era dovuto a questioni di budget. Infatti, facendo passare il Backfire per una nuova versione del Blinder si sarebbe evitata una nuova gara contro altri modelli presentati dagli altri OKB. In tutti i modi, il Tu-22M venne inizialmente chiamato dagli occidentali Tu-26. Occorre precisare che gli errori di denominazione riguardanti gli aerei (e non solo) di produzione sovietica erano piuttosto frequenti: infatti, le informazioni “ufficiali” a carattere militare provenienti dal Patto di Varsavia erano scarsissime, e quasi tutti i dati in tal senso erano prodotti da attività di intelligence. Dal punto di vista tecnico, il Tu-22M era un aereo piuttosto avanzato per la sua epoca, e si differiva moltissimo dal precedente Tu-22 Blinder. La fusoliera ha una forma allungata, con un muso appuntito. Le ali a geometria variabile sono una caratteristica fondamentale dell’aereo. Queste hanno freccia positiva e sono fissate a metà del corpo del velivolo, fissate grazie a dei giunti mobili. Hanno una radice piuttosto ampia, e possono essere regolate in cinque posizioni predefinite a seconda delle esigenze. Gli aerei in servizio non hanno una sonda per il rifornimento in volo. Infatti, questa risulta essere stata rimossa da tutti gli esemplari a partire dalla versione M-2, in modo da evitare che questi aerei fossero considerati in grado di attaccare gli Stati Uniti continentali. L’equipaggio è composto da quattro uomini, ognuno dei quali munito di seggiolino eiettabile. Le caratteristiche delle singole versioni sono specificate più nel dettaglio in seguito. Il Tu-22M è un bireattore, con propulsori montati direttamente nel corpo dell’aereo. Le prese d’aria, rettangolari, sono poste ai lati della fusoliera. Complessivamente, sono stati utilizzati tre tipi di turbofan. I primi furono gli NK-144-22 da 20.000 kgf, che vennero montati solo sui prototipi (Tu-22M0). La velocità raggiunta con questi propulsori fu di poco superiore ai 1.500 km/h. Per aumentare le prestazioni, questi motori furono successivamente sostituiti dai più perfezionati NK-22 da 22.000 kgf, che furono utilizzati sui successivi Tu-22M1 ed M2. Tuttavia, anche in questo caso non si riuscì a raggiungere le velocità richieste dai vertici dell’aviazione (il requisito era di 2.300 orari, e la velocità massima raggiunta con gli NK-22 fu di “solo” 1.800 km/h). Anche i valori relativi all’autonomia erano bassi rispetto alle richieste. Si decise quindi di utilizzare i più efficaci NK-25, da 25.000 kgf, che vennero montati sulla versione M3. Con questi propulsori, i Tu-22M riuscirono a raggiungere i 2.300 km/h ed i 7.000 km di autonomia. L’equipaggiamento di bordo è piuttosto sofisticato, ed include un radar di grande potenza che lo mette in grado di individuare bersagli sia terrestri sia navali in qualunque condizione meteo. Il sistema di puntamento è ottico-elettronico di tipo OPB-15, mentre il sistema di navigazione è di tipo inerziale. Inoltre, a bordo ci sono anche sistemi RLS attivi e passivi. Le comunicazioni sono assicurate da tre trasmettitori radio; due UHF R-832M ed un SW R-846 con equipaggiamento per la codifica dei messaggi. Le missioni del Backfire comprendono il bombardamento convenzionale e nucleare, oltre che l'attacco antinave. Quindi, il loro armamento è prevalentemente di tipo aria-superficie. Infatti, il Tu-22M3 è in grado di trasportare: fino a tre AS-4 Kitchen o altrettanti AS-6 Kingfish sistemati nella stiva o appesi a piloni esterni; sei AS-16 Kickback in un lanciatore rotante nella stiva, oltre ad altri quattro appesi ai due piloni esterni; circa una settantina di bombe a caduta libera. Il carico massimo complessivo trasportabile è di 24 tonnellate di bombe, con testata sia convenzionale, sia nucleare. Le versioni precedenti avevano un carico bellico estremamente inferiore: infatti, la versione M2 era in grado di trasportare solo gli AS-4, mentre non si hanno informazioni sulla quantità di bombe imbarcabili su M0 ed M1. I Tu-22M hanno anche una limitata capacità di autodifesa. Infatti, tutte le versioni hanno montato in coda uno o più cannoni da 23 mm. In dettaglio, si tratta di un singolo GSh-23 a doppia canna sul Tu-22M3, e di due GSh-23 a singola canna sulle altre versioni. Nel corso degli anni ci furono numerosi dibattiti per stabilire se il Tu-22M fosse o meno un bombardiere con capacità strategiche (e rientrasse quindi nei trattati per il controllo degli armamenti strategici). Inizialmente, gli statunitensi considerarono questo aereo un sistema d'arma tutto sommato periferico nell'ambito dell'aviazione strategica sovietica. Questo perché la stima dei dati raccolti dall'intelligence occidentale aveva fornito il ritratto di un aereo con capacità di carico e di autodifesa piuttosto limitate. Le esperienze successive costrinsero gli esperti americani a cambiare parere. Vi era poi il problema di stabilire se il Backfire fosse o no in grado di raggiungere gli Stati Uniti continentali. Andando oltre le dichiarazioni della Tupolev (che dichiarava un raggio d'azione di 2.200 km) e le stime degli esperti americani (un'autonomia intorno ai 4.000 km), il vero punto critico era la presenza della sonda per il rifornimento in volo: infatti, l'autonomia del velivolo di per sé non era intercontinentale, e quindi secondo i sovietici non avrebbe dovuto essere considerato un bombardiere strategico (dunque non soggetto a restrizioni). Gli esperti americani, al contrario, lo ritenevano idoneo ad attaccare il continente americano, proprio in virtù della possibilità di rifornirlo in volo. Comunque, durante le trattative per gli accordi SALT II, gli Stati Uniti ottennero l'assicurazione dall'allora Premier sovietico Leonid Brezhnev che i Tu-22M non sarebbero stati aggiornati con il sistema di rifornimento in volo, e che la costruzione di questi aerei sarebbe stata limitata a 30 esemplari l'anno. In seguito, nonostante la mancata ratifica del SALT II, il sistema di rifornimento in volo fu rimosso da tutti i bombardieri. Comunque, questo aereo rappresentava (e rappresenta tuttora) un sistema d'arma estremamente sofisticato, non solo come bombardiere ma anche nel ruolo antinave. Nel 1969 un satellite di ricognizione americano identificò il prototipo del nuovo bombardiere presso l'impianto della Tupolev di Kazan' nella Russia asiatica centrale. Nel 1971 l'aereo, cui la NATO diede il nome di "Backfire", fu scoperto mentre compiva prove di rifornimento in volo con un'aerocisterna vicino al centro sperimentale di Ramenskoye, ad est di Mosca; denominato Tu-22M, il velivolo divenne operativo nel 1973 e negli anni seguenti sostituì il Tu-16. Complessivamente, del Tu-22M vennero costruiti oltre 500 esemplari, che prestarono servizio inizialmente solo nell’aviazione sovietica. In seguito alla dissoluzione dell’URSS, la totalità gli aerei entrò a far parte delle aviazioni militari di Russia, Ucraina e Bielorussia. I Tu-22M sono stati utilizzati anche durante la guerra russo-georgiana nella regione dell'Ossezia, subendo alcune perdite.
![]() Stato: Russia Emissione: 125esimo anniversario della nascita di AN. Tupolev.232 Anno: 2013 |
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